Lungo il sentiero #96

Foto di Ivan Mazzon
Lungo il sentiero #96

Parlando di lupi ed entrando più nello specifico in quanto scritto nel post 21, dove abbiamo spiegato come la parte sonora del progetto sia fondamentale per il suo completo sviluppo, non si può non parlare di uno dei più caratteristici e conosciuti “suoni” in natura: l’ululato.

Il lupo usa questa vocalizzazione per svariate funzioni. Una di queste è la localizzazione degli individui del branco ed in particolare dei cuccioli, soprattutto durante il periodo del rendez-vous estivo. Inoltre l’ululato viene anche usato come una sorte di carica prima della battuta di caccia; questo succede generalmente all’imbrunire quando non è raro udire tutti gli individui della famiglia di lupi ululare. Questo “rito” aiuta ad aggregare e stimolare il branco mentre si appresta alla quotidiana ricerca di una preda, rafforzando i legami al suo interno. La difesa del territorio resta però forse la funzione più importante dell’ululato. Ululando infatti i lupi fanno notare la loro presenza e difendono così branco e territorio da altri lupi.

Uno dei metodi più efficaci per censire e stimare i branchi di una determinata zona si basa proprio sull’ascolto dell’ululato. I tecnici infatti, nelle ore notturne, quando il lupo è più mobile nel territorio, emettono da un versante di una valle attraverso casse autoparlanti o riproducendo a voce degli ululati che vanno a stimolare la risposta da parte dei lupi, permettendo così di censire la presenza di un branco o di stimare il numero degli individui presenti (Il monitoraggio). Questa tecnica è nota come wolf howling, “tecnica dell’ululato indotto”.

Nel nostro percorso durante questi anni, abbiamo anche noi usufruito talvolta di questo metodo, che ci ha permesso di individuare le zone di frequentazione dei lupi e ci ha regalato il privilegio di ascoltare questo antico suono riecheggiare tra i boschi dolomitici.

Testo di Roberto Sacchet