Lungo il sentiero #48
A differenza di altri gruppi familiari di lupi del bellunese, la famiglia che occupa la parte centrale del Parco non ha ancora visto un cambiamento della coppia dominante. Questo, per noi che la seguiamo, è un indubbio vantaggio in quanto, pur nell’enorme varietà di comportamenti di questi animali, alcune “abitudini” si sono confermate tali nel corso di questi tre anni. Ci riferiamo in particolare alle zone di occupazione dell’areale nel corso delle stagioni, al periodo durante il quale vengono fatti alcuni spostamenti da una zona ad un’altra, all’ubicazione di alcune aree di caccia e di alcuni siti di rendez-vous.
La scelta delle prede risulta al contrario essere un fattore in continua evoluzione, estremamente variabile e per certi versi sorprendente. Dopo aver registrato, dal 2018 al 2019/2020, un evidente cambio di preferenza predatoria, con il passaggio dal muflone alle femmine e ai giovani di cervo (post 31), nel corso del 2021 si è osservato in modo inequivocabile un ulteriore cambiamento, con attacchi costanti da parte dei lupi ai maschi adulti di cervo anche “coronati”, che dai dati raccolti sono risultati la preda prevalente.
Nonostante già nei mesi estivi i cervi maschi si spostino numerosi verso le zone di bramito, che coincidono con l’altopiano occupato dai lupi, solo una carcassa di maschio di cervo adulto era stata rinvenuta in precedenza. Al contrario nel corso degli ultimi mesi sono state registrate numerose e costanti predazioni di questi animali. La scelta di attaccare una preda sensibilmente più grande e potenzialmente in grado di difendersi con maggiore efficacia può dipendere dalla migliore capacità predatoria ormai raggiunta dai membri del branco, dalla minore “attenzione” posta dai cervi maschi nel periodo degli amori e dalla concomitante maggiore prudenza assunta dalle altre prede.
In aggiunta, il fatto che la quasi totalità di queste predazioni sia avvenuta all’interno di fitte mughete, potrebbe far pensare ad una minore capacità di fuga dei cervi in questo tipo di ambienti molto chiusi. A queste evidenze si è accompagnato un cambiamento dei siti storici di bramito, con una minor presenza di cervi in pascoli aperti. Al di là di tutto, comunque, anche quest’anno i potenti suoni del bramito hanno fatto vibrare le notti di settembre nel Parco, anche se alle orecchie più fini non sarà sfuggito un altro suono di accompagnamento molto più profondo, struggente e melodioso.
Testo di Bruno Boz