Lungo il sentiero #41
Ci sono due reti di sentieri sulle Dolomiti Bellunesi: la sentieristica ufficiale, soggetta a periodici interventi di manutenzione e percorsa sia dagli uomini che dagli animali e la rete di sentieri tracciata e “mantenuta” dal passaggio degli ungulati. Si tratta di un dedalo di camminamenti più o meno visibili, indicati con il termine “viàz” o, meno frequentemente, “viadi”, che attraversano un po’ tutti gli ambienti del Parco, dagli alvei fluviali di fondovalle fino alle praterie di alta quota.
Spesso corrono paralleli ai sentieri degli uomini, o li intersecano, anche se sembrano seguire logiche diverse: non tanto la scelta della via meno pericolosa, più panoramica o meno pendente, ma piuttosto la via meno visibile o più diretta. Seguirli non è facile, spesso sembrano condurre ad un vicolo cieco, spesso portano a dei passaggi troppo impervi da superare, spesso semplicemente vengono “inghiottiti” dall’erba o dalla lettiera; eppure, in molti casi, se le gambe non si ribellano, è possibile seguirli e memorizzarne la traiettoria. Si tratta di un esercizio indispensabile per seguire i lupi, che si muovono sicuri lungo questi percorsi, marcandone di continuo alcuni punti e scansionandone con l’olfatto ogni centimetro.
Prede e predatori che si affaticano lungo le stesse vie, cercando di raggiungere ripari, zone di pascolo, siti riproduttivi o siti di predazione. L’impressione è che alcuni di questi sentieri rappresentino delle vie di collegamento “primario” per i lupi, su cui passano con grande regolarità, mentre in altri casi i passaggi sembrano meno logici, meno frequenti e più legati a scelte estemporanee. Spesso lungo queste vie si consumano gli incontri più impensabili, come quello (in questo caso incruento) immortalato dalle nostre videotrappole fra un camoscio e (solo per gli osservatori più attenti) un lupo, che si ritrovano per alcuni attimi a tu per tu: pochi dubbi su chi ceda per primo il passo al rivale!
Testo di Bruno Boz