Lungo il sentiero #39
La foto qui pubblicata sembra simbolicamente separare i territori maggiormente frequentati dal branco di lupi nel periodo estivo ed autunnale, vale a dire, le cenge, le praterie e i lariceti di alta quota visibili in primo piano sulla sinistra e sulla destra del fotogramma, dal territorio d’elezione nel periodo invernale e primaverile, qui nascosto da una fitta coltre di nubi. Se pure le zone di alta quota siano decisamente faticose da raggiungere, fino ad oggi è stato paradossalmente più facile osservare e documentare le attività dei lupi in queste aree.
Le zone di media altitudine ed il fondovalle, infatti, se pure siano parzialmente esplorabili anche in macchina o con brevi percorsi a piedi, hanno una caratteristica che rende estremamente complessa la ricerca dei lupi in questo territorio: la mancanza di ambienti aperti. Quest’anno, rispetto agli inverni precedenti, l’abbondanza delle nevicate ha “costretto” i lupi a frequentare con molta più assiduità questi ambienti di fondovalle, come testimoniato dal costante ritrovamento di segni di presenza, ma nonostante i notevoli sforzi il nostro sguardo non ha mai incrociato quello dei lupi.
Non per questo la ricerca condotta si può considerare del tutto infruttuosa: il permanere della neve e l’abbondanza di piste ha permesso di definire con molta più precisione i percorsi abituali seguiti dai lupi durante l’inverno, è stata confermata l’importanza quasi primaria di alcuni habitat, quali gli alvei e le zone di schianto, per le attività di caccia e sono stati registrati segnali certi di presenza dei lupi del branco in nuove zone, ampliando “i confini” conosciuti dell’areale del branco. Contrariamente agli inverni precedenti è stato invece molto più complesso confermare le routinarie attività di marcatura in alta quota, essendo le videotrappole rimaste quasi subito sepolte sotto a metri di neve ed essendo tutt’ora molto difficile poter raggiungere alcune zone. Il progetto si conferma difficile ed avaro di soddisfazioni, ma la ricerca del selvaggio in questi luoghi remoti continua a risultare un’esperienza appagante ed intrigante.
Testo di Bruno Boz