Lungo il sentiero #3
L’impatto delle fototrappole sulle specie animali e in particolare sui mammiferi è stato dimostrato e si manifesta in diverse forme, anche se è evidente che in molti casi l’uso di questi strumenti non invasivi riduce il disturbo legato alla presenza diretta sul campo degli operatori. Nella fase preparatoria che ha preceduto “Il sentiero dei lupi” l’uso di fototrappole finalizzato al monitoraggio ed alla documentazione tramite video ed immagini, è stato attentamente valutato. Alla fine, visti gli scopi del progetto, l’elusività della specie e le difficoltà di accesso alle aree in questione, in accordo con il Parco che ne ha autorizzato l’utilizzo, si è ritenuto opportuno avvalersi di questa strumentazione seguendo diverse accortezze atte a minimizzarne il disturbo. Tra queste da segnalare: l’attenzione nel massimizzare il mimetismo delle apparecchiature con elementi naturali disponibili in loco, l’installazione delle “camera traps” e l’uso dei flash solo in passaggi marginali, il non utilizzo di attrattivi, il lungo studio condotto per ottimizzare la durata delle batterie e ridurre così la frequenza dei controlli, la rimozione di fototrappole da punti in cui si era palesato un disturbo, l’acquisto di prodotti sempre più silenziosi e muniti di illuminatori invisibili per le riprese notturne all’infrarosso e infine la comprovata esperienza del team, che da diversi anni utilizza questi strumenti per l’osservazione della fauna. Mettere sempre in discussione il nostro operato ponendo la massima attenzione nell’arrecare il minor disturbo possibile è la regola principale di questo progetto.
Nel frattempo un maschio di capriolo (Capreolus capreolus) si lascia immortalare da una “camera trap” posizionata per fotografare i lupi in una faggeta mista ad abeti all’interno dell’area protetta.
Testo di Bruno Boz & Ivan Mazzon