Lungo il sentiero #18
Per raccogliere campioni di DNA di lupo da sottoporre ad analisi genetica si possono usare metodi invasivi (che prevedono la cattura dell’animale) o metodi non invasivi, basati sulla raccolta di campioni biologici che il lupo lascia sul territorio.
Queste ”tracce genetiche” si possono ricavare dagli escrementi (post 13), dalle urine o dalla saliva lasciata sulle prede (post 11), ma anche dalle radici dei peli del lupo che, come quelle di qualsiasi altro animale, contengono preziose molecole di DNA.
I peli vengono ricercati nei giacigli temporanei sulla neve dove i lupi si acciambellano (post 15), si possono trovare sulle carcasse degli animali predati, in corrispondenza di passaggi obbligati presso recinzioni di filo spinato o su rami e cespugli bassi sotto ai quali transitano gli animali.
Tra i vari campioni biologici i peli sono forse quelli più difficili da trovare; quello illustrato nella foto era rimasto incastrato su un ramo caduto lungo un camminamento, dove formava un “ponte” alto una sessantina di centimetri, sotto al quale i lupi passavano strofinando la schiena. Questo “ago nel pagliaio” è stato trovato da Ivan Mazzon seguendo una pista della coppia alfa che si inoltrava in una mugheta, camminando sulle tracce dei lupi ha potuto individuare e raccogliere diversi peli impigliati nella vegetazione e quello ritratto nella foto. Si tratta di un “pelo di guardia”: una delle due tipologie di peli che costituiscono la pelliccia dei Mammiferi, formata da peli lunghi, radi e robusti (giarra o pelo di guardia) associati a peli più sottili, folti e lanosi (borra o sottopelo).
Testo di Enrico Vettorazzo – PNDB