Video di Roberto Sacchet
Lungo il sentiero #16
La popolazione di sciacallo dorato diffusa nel Triveneto appartiene alla grande sottospecie europea Canis aureus moreoticus. La specie è una acquisizione relativamente recente per la Provincia di Belluno (LAPINI et al., 2011, 2018).
Dopo la prima cattura italiana, avvenuta presso San Vito di Cadore nel 1984 (BL), la specie è stata certamente censita nel Veneto settentrionale sia nel 1994 (zona di Rivamonte Agordino), sia nel 2011 (zona di Comelico), sia più di recente (14 giugno 2016) nella Riserva Statale di Somadida (Auronzo di Cadore) e di nuovo nel Comelico (S. Nicolò di Comelico, 2019 e S. Stefano di Cadore, 2020).
Nella zona del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi la specie è stata per ora segnalata tre volte, con dati di varia certezza. Il filmato qui riportato, ripreso casualmente nell’ambito del progetto de “Il Sentiero dei lupi”, costituisce una di queste segnalazioni.
Nel Parco oggi non c’è una vera e propria popolazione di sciacalli, e finora tutte le verifiche bio-acustiche effettuate non hanno consentito di ottenere risposte. Ciò indica chiaramente che gli animali ripresi nella zona sono probabilmente maschi giovani in dispersione, che non rispondono alle stimolazioni acustiche. Del resto all’interno del Parco l’ambiente idoneo allo sciacallo dorato eurasiatico è limitato a pochi fondovalle e zone golenali, ben più diffuse attorno all’area protetta. Si tratta infatti di una specie scavenger (=spazzina) antropofila, che in tutto l’areale eurasiatico trae essenziali vantaggi dalla presenza dell’uomo, da cui dipende in maniera più o meno preponderante.
I futuri piani di monitoraggio dovranno tener conto di queste esigenze della specie, anche considerando le situazioni da intra-guild competition (competizione all’interno della stessa categoria trofica) tra lupo e sciacallo, che si stanno già verificando in diverse zone dell’Italia nord-orientale (Friuli Venezia Giulia e Alto Adige) e nel tempo condurranno ad una più netta separazione dell’habitat fra i due canidi (LAPINI et al., 2018; LAPINI, 2019).
La specie è particolarmente protetta in Italia (LN 157/1992), risulta elencata nella V Appendice della Direttiva Habitat 92/43 CEE (specie animali meritevoli di protezione, che possono tuttavia essere localmente oggetto di utilizzo e/o controllo numerico previa accurata stima della popolazione) e risulta essere uno dei carnivori più rari nel nostro paese, con numeri tutt’ora stimati tra 50 e 85 esemplari (LAPINI, 2019). Anche se più recenti verifiche bio-acustiche (ancora inedite) hanno permesso di alzare il numero stimato a 70-100, la specie in Italia rimane in condizioni di estrema criticità. La struttura dei borghi rurali posti attorno al Parco sembra comunque idonea alla presenza della specie, facendo sperare in un futuro migliore anche per questo spazzino.
Testo di Luca Lapini – Museo Friulano di Storia Naturale
LAPINI L., CONTE D., ZUPAN M. & KOZLAN L., 2011. Italian jackals 1984-2011. An updated review (Canis aureus: Carnivora, Canidae). Boll. Mus. Civ. St. Nat. Venezia, 62 (2011): 219-232.
LAPINI L., DREON L., CALDANA M. & VILLA M., 2018. Distribuzione, espansione e problemi di conservazione di Canis aureus in Italia (Carnivora, Canidae). Quaderni del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara , 6 (2018): 89-96. https://www.researchgate.net/publication/329451111
LAPINI L., 2019. Nuove presenze, problemi vecchi: il caso dello sciacallo dorato (Canis aureus) in Italia. https://www.habitatonline.eu/2019/11/